domenica 15 giugno 2014

Chi mi conosce sa bene quanto io ami lo sport e quanto mi appassioni. Urlo come un forsennato e perdo la voce quando guardo gli incontri dello sport che pratic(av?)o, la lotta.
Le gatte si spaventano sempre quando guardiamo beatamente comodi sul divano le partite di rugby. Loro si rilassano, ma poi urlo per le mete e loro saltano.
Idem, almeno un tempo (oggi si può esultare solo con diffidenza....) per il ciclismo.
La mia storia però mi ha sempre tenuto lontano da vari sport (ovviamente... nessuno sportivo li segue tutti...), fra cui il giuoco del calcio.
Ho avuto vicine di casa da bambino donne e dunque il pallone si usava per giocare a pallavolo. Poi alle medie campo da basket sotto casa. Poi da bambino ero refrattario agli sport organizzato e di squadra e dunque provato basket e via, provato calcio per 6 mesi (terzo portiere...) e nulla.
Nella mia carriera insomma avrò giocato forse in tutto 5 volte a calcio (quasi sempre in porta) + un po' di volte tiri in porta al pallone + viste in tv partite di pallone forse in tutto 20 volte in 38 anni.
Qualche volta si è trattato di partite del campionato mondiale europeo o mondiale. Su invito. Perché io non so mai quando siano le partite (come si solito la gente non sa quando siano gli incontri di lotta). E in quei casi si partecipa pure al rito collettivo del Forza Italia (io continuo a dirlo, alla facciaccia del vecchio bacucco). Ed è un rito con tutti i crismi tecnici della sacralità, come sa chi abbia letto un po' Eliade...
In quel momento si crea una sospensione delle critiche negative nei confronti dell'Italia e si celebra un rito di rigenerazione, come i riti della primavera, o dell'inizio anno, o altri.
Alcuni criticano l'oblìo momentaneo che fa dimenticare tutti i problemi del nostro amato/odiato paese.
Il ruolo del rito è proprio quello. Permette di affrontare i momenti di carestia avendo fiducia nel futuro migliore.
Vale pure per Sanremo, per certi versi.
Ieri però c'è stata una novità. Si è aggiunto al rito "normale" il rito speciale di guardare la partita a casa di connazionali emigrati come te (più un belga). E tutto si è amplificato.
Il pre-partita è servito a raccontarsi esperienze, provenienze, incazzature e delusioni, e ovviamente anche ciò che invece dispiace aver lasciato.
E poi si era nella patria dell'altra sfidante (l'Inghilterra). E si aspettava l'esito anche per poter tornare al lavoro il lunedì e vedere le facce mogie degli Englishmen delusi e affranti.
Simbolicamente è stato un braccio di ferro giocato con l'idea di poter poi sottintendere "saremo pure in crisi, casinisti, incasinati, in parte corrotti, in parte svogliati, ma occhio perché abbiamo anche tante qualità" (sapessimo sfruttarle meglio!!!).
Insomma, una bellissima festa nella quale capisci meglio quanto valga ciò che non hai e nella quale speri che la primavera alla fine arrivi, perché sai che è sempre arrivata e che deve ritornare prima o poi. Per ora è un lungo inverno simil-Trono di Spade, però si spera sempre...
E, nel frattempo, si mangiano gli squisiti dolcetti a tema della vicina degli colleghi ospitanti, lasciati intatti fino alla fine per scaramanzia e poi "cannibalizzati"...

(foto per gentile concessione Valentina... vero Valentina??)


venerdì 6 giugno 2014

Rieccoci...

Renato (ma chi era costui?) mi invita a spiegare perché qui (Regno Unito) tutto funzioni e tutti lavorino e in Italia niente funzioni e nessuno lavori.

Come vedete, non seguo un ordine logico, ma vi garantisco piuttosto che sarò assolutamente disordinato.

Questo perché non sono un economista e non ho ricette economiche per salvare l'Italia. 

Ma non ho ricette anche perché non credo che il problema sia la ricetta. Certo tasse più basse e costo del lavoro inferiore aiuterebbero, ma non basterebbe nessuna riforma.

Bisogna agire sulla cultura del rispetto dei doveri. Per noi la regola è un nemico. E lo dico da ex-"anarchico". Ho dovuto imparare sbattendo il muso quanto le le regole siano un bene e quanto possano essere amiche.

Qui, se si ritiene una regola stupida, prima la si rispetta, poi la si critica e poi ancora, eventualmente, la si cambia. Perché questo garantisce efficienza.

Ovviamente con tutti i contro dell'eventuale mancanza di elasticità e dell'eccesso di zelo.

Un caso per tutti, raccontatomi da un'orgolesa nella perfida Albione, ma diventato anche notizia riportata dai giornali perché accaduto anche ad altri. Una volta qualcuno ha ucciso qualcuno. E fin qui ordinaria amministrazione. Ma con un cucchiaio. E qui accade che subito dopo un fatto increscioso parte la legge ad hoc perché non accada più il fatto stesso. Da allora dunque devi avere 21 anni (giuro!) per comprare cucchiai.

Ora entriamo nel vivo. In realtà, se la legge è assurda assurda, anche loro la snobbano. E così accade normalmente. Ma non con certi zelanti commessi...

Qui la notizia, per chi mastichi l'inglese... Daily Mail

Alla fine l'uomo della Tesco dichiara che il commesso avrebbe dovuto applicare il buon senso. Ogni tanto...

Altra cosa strana legata ai supermercati è la banconota da 50 sterline. Dovete sapere che qui, nella terra della finanza e dei movimenti di denaro tra i più grandi del pianeta, si usano solo banconote da 5, 10 e 20. Il taglio più grande è quello da 50. Ma c'è, ma non si deve usare, perché se lo usi tipo al supermercato, succede il finimondo. Ti chiamano responsabili ecc. poi si scusano spiegandoti che è molto inusuale per loro. Se ti va bene ti guardano male e controllano che non sia un falso.

Se ti capita un pezzo da 50 dunque devi prepararti a essere considerato uno spacciatore/mafioso/riciclatore/falsario....

In compenso al supermercato (quello mini sotto casa, chiariamoci), se si crea la fila di tre persone, chiamano i rinforzi. Una volta, per smaltire una fila da tre, perché la cassiera si era bloccata per un minuto, hanno chiamato una squadra di tre (tre!) cassieri! E se hai troppa roba in mano ti chiedono se ti serva un cestino. E se ti serve te lo avvicinano. E se provi a mettere tu la roba ti dicono "ma candu mai, sir! Ci pensu deu!" (le molte "u" son tipiche dell'accento del nord e infatti mi sento a casa da questo punto di vista... qui si dice "the cUstomer" "rUn" "fUck" ecc. ecc.). Tante U come in Sardegna e come a Frascati.... Gioco in casa dunque....

Costo del lavoro più basso dunque che facilita il fatto di avere l'organico giusto e non sottodimensionato, ma anche cultura del lavoro e del rispetto dello stesso e del guadagnare il rispetto (terreno o ultraterreno) tramite l'etica (come insegnava Weber...  questo riguarda in un certo senso anche i tanti musulmani qui presenti, ma racconteremo poi...).

Ultimo aneddoto. Nel Lancashire, regione tra le meno ricche d'Inghilterra, un mese fa si iniziava l'abbellimento e la quasi-pedonalizzazione della via centrale e ora hanno quasi finito e il centro è trasformato in meglio.... tre giorni fa c'era un'impalcatura per sostenere un ponte nel parco che stava cedendo... oggi non c'era più l'impalcatura e c'era la nuova colonna di sostegno! Come la Salerno-Reggio Calabria. O come il ponte di Barbusi, che rimarrà così per...??

Il cartello che spiegava la situazione del ponte (qui spiegano TUTTO!) recitava, inglesissimo, così:




Stiamo facendo la manutenzione (ma anche "stiamo mantenendo") del ponte. Per favore sopporta (ma anche "porta", "sostieni", "mantieni") con noi.

sabato 31 maggio 2014

Inauguriamo una nuova moda: il turismo lavorativo!

PREMESSA


Stimolato da Renato (non quel Renato famoso di Sanluri... e neanche quello non famoso di Torino...), parto con questo reportage.

Premetto che sono restio a scrivere di me per vari motivi e cercherò di parlare di me per non parlare di me (alla Proust, per intenderci...). Mi sarò spiegato?? Inoltre sono restio a scrivere in maniera ordinata se si tratta di impressioni... sarò moderatamente disordinato... o almeno ci proverò...

Potrebbe essere una rivoluzione questa di proporre il turismo lavorativo...

Oggi non si hanno più né soldi né tempo in Italia per le vacanze.

Dunque, quando vi licenzieranno (perché vi licenzieranno prima o poi, o il lavoro finirà se non eravate dipendenti, o l'azienda fallirà, o non ce la farete più voi e ve ne andrete), fate in modo di arrivare ad avere un po' di mille euri (più di quelli che avevo io magari...), facciamo almeno 5000 per essere sereni, ma meglio 6-7000 per stare PIU' sereni.

Non avete il TFR per mille motivi (cococo o simili)? Rapinate una banca, tanto i soldi che non abbiamo se li son fregati loro e dunque non è reato....

Sarà l'unico modo per visitare nuovi posti senza spendere soldi e ferie che non avete. Finite di lavorate in Italia e cambiate nazione. Una qualsiasi. Ovunque è meglio, ma non in Portogallo e Grecia, come sapete. I portoghesi stanno emigrando in Angola... figuriamoci...

Renato chiedeva un reportage/guida per capire. Provo ad accogliere lo stimolo e a raccontarvi questi mesi di turismo forzato...

PRIMA PUNTATA: SBARCO IN NORMANDIA (no... un po' più a nord...)

Comitato d'accoglienza dato da caldo londinese, treno e 5 ore di pullman con arrivo a Harrogate (Nord Yorkshire). Lì era appena tornato l'inverno.

Stanchezza e sbalzi mi hanno regalato una settimana di influenza. Tanto per cominciare...

Dopo pochi giorni (e nonostante l'influenza), mi sono cimentato nella tipica attività inglese.... la pasta fatta a mano....


Alla prossima puntata....